L'importanza della scelta dell'illuminazione all'interno di un acquario e come calcolare la quantità di luce necessaria a ciascuna pianta

L'energia radiante che ci giunge dal sole è la fonte di energia primaria su cui si basano tutte le forme di vita esistenti sulla terra.

Le piante verdi e i batteri fotosintetici tuttavia sono gli unici organismi in grado di approfittare direttamente di questa inestimabile fonte di energia per sintetizzare materia organica, e per questo sono definiti "produttori primari", e tutti i restanti esseri viventi sfruttano, in un modo o nell'altro, l'energia immagazzinata in questi vegetali.

È dunque semplice intuire come l'illuminazione degli acquari non costituisca un fattore puramente decorativo, ma al contrario sia uno degli elementi indispensabili per poter creare un piccolo ecosistema in miniatura.

La luce visibile corrisponde alle radiazioni comprese tra una lunghezza d'onda di 380 e di 780 nm e occupa solo una piccolissima parte dello spettro di radiazione elettromagnetica.

Anche in questa piccola porzione di spettro tutta l'energia non viene sfruttata allo stesso modo, ma in relazione ai pigmenti fotosintetici posseduti dalle diverse specie di piante e di batteri.

La luce agisce come rapporto energetico imprescindibile affinché le piante possano realizzare la sintesi della materia organica.

L'acqua non rappresenta alcun problema per le piante acquatiche, in quanto in un acquario ne possono disporre in abbondanza e l'anidride carbonica che utilizzano è quella che si trova disciolta nell'acqua quale prodotto della respirazione degli organismi acquatici stessi, anche se l'apporto di CO2 può essere comunque aumentato attraverso l'utilizzo di uno speciale diffusore.

Un problema rilevante è invece rappresentato dal fatto che la luce naturale che giunge all'interno dell'acquario non è in genere sufficiente per soddisfare le esigenze delle piante stesse.

Gran parte di questa luce infatti viene persa durante il tragitto a causa del fenomeno di rifrazione dei vetri dell'acquario e delle finestre. Il fatto poi che la luce entri nell'acquario in modo obliquo fa in modo che le piante crescano solitamente inclinate.

Per tutte queste ragioni è quindi preferibile non fare troppo affidamento alla luce naturale e fornire l'acquario di un'illuminazione adeguata, corretta ed equilibrata, ma soprattutto controllabile, ricorrendo nel caso all'uso di tubi fluorescenti o di lampade a vapori di mercurio.

Alcune aziende producono tubi fluorescenti appositamente studiati per favorire lo sviluppo delle piante.

Questo particolare tipo di lampada è molto utile negli acquari, anche se il suo utilizzo avviene molto spesso in modo errato, poiché non deve mai essere installato isolatamente, bensì con altre lampade chiamate a "luce naturale".

Anche nel caso di acquari piccoli è sempre consigliabile collocare due lampade, anche se di minore potenza, piuttosto che una sola.

Un altro problema può essere costituito dall'assorbimento di determinate lunghezze d'onda da parte del vetro che ricopre l'acquario.

Negli ultimi tempi è sempre crescente il numero degli acquariofili che hanno confermato quanto sia notevolmente più conveniente l'illuminazione sistemata direttamente sulla superficie dell'acqua, senza quindi l'utilizzo di vetri intermedi, e anche le case produttrici hanno iniziato a produrre alcuni tipi di acquario con coperchi a luce incorporata.

Le lampade a vapori di mercurio vengono utilizzate con sempre maggior frequenza nel campo dell'illuminazione degli acquari e anche in questo caso esistono modelli in cui è stata potenziata l'emissione delle radiazioni piu importanti per lo sviluppo vegetale.

Il vantaggio principale di questo tipo di lampada sta nel fatto che, mentre i tubi fluorescenti dimezzano quasi la loro potenza dopo circa sei mesi di utilizzo e devono quindi essere sostituiti almeno due volte all'anno, il sistema a base di vapori di mercurio perde soltanto il 20% della potenza ogni due anni.

La collocazione ideale di queste lampade è a un minimo di 25-30 cm dalla superficie dell'acqua e senza alcun vetro intermedio, poiché l'emanazione di calore è piuttosto intensa.

Per sapere con certezza se la quantità di luce fornita all'acquario è corretta è necessario misurarla.

Questa operazione è piuttosto complessa in quanto si deve tener conto del fatto che non tutte le piante sono caratterizzate dalle stesse esigenze.

L'unità di misura del flusso luminoso è il lumen, ma siccome ciò che a noi interessa è l'intensità dell'illuminazione, dovremo basarci sull'unità di misura dei lux, essendo 1 lux = 1 lumen/m2.

La potenza della fonte luminosa che utilizzeremo viene espressa dalle case produttrici in watt, tuttavia non sempre esiste un rapporto diretto tra questi e i lux.